SPORE
2005/2006
Opera Segnalata – Premio Internazionale Rovereto Immagini 2009
Il titolo prende spunto dall’omonimo videogioco di Will Wright, una simulazione dell’evoluzione di una civiltà dalle prime molecole fino alla mutazione in una forma di vita in grado esplorare l’universo.
In Spore rielaboro attraverso la fotografia i concetti di appartenenza e di familiare, registrando i percorsi dei bambini e le loro interazioni nell’ambiente domestico.
Lo scopo del lavoro è penetrare la natura specifica dei gesti, delle abitudini quotidiane e delle reazioni inconsce. Si tratta di un’investigazione intima che segue le tracce e gli spostamenti per registrare e misurare le relazioni dell’individuo con le condizioni ambientali in cui vive.
Spore ha rappresentato per me anche l’occasione per gettare luce, partendo da uno sconosciuto contesto familiare, su una dimensione memoriale.
“Ogni bambino con la sua sola presenza può trasformare una coppia in famiglia. Eppure è quasi impossibile che bambini abbiamo coscienza del nostro potere. La famiglia non ha passato né futuro, tutto esiste prima di noi e tutto esisterà dopo.
È il luogo in cui siamo stati catapultati da mani sconosciute, caldo e accogliente eppure freddo e respingente, con regole da noi mai decise.
È l’Universo da esplorare, il cosmo dei piccoli segreti da scoprire.
Il mondo che noi abbiamo creato lo attraversiamo come spauriti extraterrestri o come appassionati esploratori, lasciando che le sue tracce disegnino il flusso della nostra coscienza a venire.”
Alberto De Rosa